venerdì 25 novembre 2011

LE SCRITTURE DELL’ANTICA CRETA

Nell’età del Bronzo l’isola di Creta fu sede di una fiorentissima cultura, il suo successo era fondato essenzialmente sul controllo di una vasta rete di scambi commerciali nell’area egeo-anatolica.
Nel 1450 a.C. Creta venne invasa dai greci micenei: tutti i palazzi vennero distrutti, tranne cnosso, che diventò sede di una dinastia greca.
Nel 1375 a.C. il palazzo miceneo di cnosso subì la totale distruzione.
Fin da un’epoca molto antica (22°-21° sec. A.C.) i cretesi elaborarono una forma di scrittura , nota con il nome di geroglifico cretese alla quale se ne affiancò un’altra con segni di forma stilizzata creata per un uso fondamentalmente contabile e oggi nota come lineare A.
I cretesi si possono considerare gli inventori delle più antiche scritture d’Europa.
La lineare A è un sistema scrittorio creato a Creta, ma diffuso in tutta l’area egea; e venne abbastanza presto adottata e adattata come forma di scrittura dalle popolazioni greche del continente e adattata alla trascrizione dell’antico dialetto greco oggi noto come lineare B, che si è rivelata, grazie alla decifrazione, un sistema di scrittura sillabico.
Il minoico è un’altra di quelle antiche lingue “mediterranee” non classificabili in famiglie note.

2- Sistemi scrittori connessi e derivati

Il sillabario cretese è alla base della cosiddetta “scrittura cipro-minoica”.
In seguito ai grandi spostamenti di popolazioni dell’inizio del 12° sec. A.C., sappiamo che da Creta un gruppo di profughi sbarcò in Palestina, in regioni frequentate dai Filistei.

3- Documentazione minoica

Partendo da una presentazione generale degli antichissimi sistemi di scrittura, geroglifici e lineari, di Creta, tuttavia ci si soffermerà nell’analisi della documentazione in lineare A.
Presenta rispetto al geroglifico cretese il vantaggio di una più abbondante documentazione di una lettura motivatamente fondata sui segni B.

4- Confronto “funzionale” tra lineare A e lineare B

I dati di partenza oggettivi di cui disponiamo si possono riassumere:
  1. il repertorio grafematico della lineare B è composto da sillabogrammi notanti solo le sillabe aperte; le regole ortografiche per la trascrizione di sillabe complesse o chiuse, si basano essenzialmente sulla regola della “vocale quiescente” e su quella della mera omissione delle consonanti.
  2. i testi di lineare B di carattere archivistico e contabile; lineare A si dispone alcune tavolette e pochi testi di carattere non amministrativo.
LINEARE A: per la notazione del minoico questa lineare è più adeguata ed è stata creata ad hoc appositamente per questa.
Ha un sillabario semplice notante solo le sillabe aperte, creato intorno alla lingua minoica.
LINEARE B: Questo tipo di lineare è più indicata al greco miceneo anche se altro non è che un adattamento del sillabario minoico alla trascrizione del greco. Non esistono documenti redatti con questo tipo di lineare che non appartengano al genere amministrativo.
Questo tipo di lineare è estremamente ambiguo e non è adatto alla trascrizione di testi letterari, religiosi, storici, ecc… ma tuttavia è sufficiente per notazioni di tipo contabile ed archivistico.
Il sillabario cipriota classico (che come la lineare b scrive una varietà di greco), e le sue regole ortografiche consentivano la redazione di testi lunghi e comprensibili, venne dunque utilizzato per trascrivere il dialetto greco.

CAP. 2 LA SITUAZIONE ETNOLINGUISTICA DEL MEDITERRANEO ORIENTALE ALLA FINE DELL’ETA’ DEL BRONZO

La fine dell’età del Bronzo costituì un momento straordinario per l’assetto etnolinguistico del bacino Mediterraneo.
I “popoli del mare” cercarono più volte di conquistare l’Egitto, in accordo con l’impero Ittita.
Dopo il 1190 a.c. la capitale degli ittiti venne distrutta e incendiata e questo grande impero indoeuropeo fu spazzato via. Anche se la lingua ittita si estinse nelle parti occidentali dell’impero non subirono uno scossone tanto violento.

CAP. 4 LA LINGUA MINOICA

  1. L’interpretazione del minoico

Si sono sperimentate alcune strategie per cercare di individuare probabili toponimi per avvalorare l’identificazione di alcuni suffissi e per raccogliere il materiale presumibilmente non onomastico della lingua minoica di cui attualmente disponiamo.
Non pochi elementi onomastici attestati in lineare b sono senz’altro pregreci e anche alcune unità lessicali potranno essere impegnate per utili confronti.

  1. Dati statistici ed elementi morfematici

Sulle tavolette d’archivio in lineare a non troviamo né frasi lunghe e complesse né descrizioni dettagliate  come in lineare b.
Al contrario i documenti “non amministrativi” presentano frasi abbastanza lunghe e articolate anche se poco o per niente analizzabili.

  1. Antroponimi in A-RE

Una caratteristica dei testi redatti in lineare a è la presenza di una classe di termini uscenti in a-re. In nessun caso il contesto esclude o rende improbabile il valore di antroponimo per una parola in a-re, questo valore è comunque preferibile a quello di toponimo, in pochi casi il valore di antroponimo è l’unico soddisfacente.

  1. Elementi non onomastici

Le “parole funzionali” sono state isolate, sulla base delle loro particolari posizioni nei contesti dei documenti archivistici, esclusivamente nei testi amministrativi, rinviando l’analisi del materiale desumibile alle formule dedicatorie sulle “tavole della libagione”; i termini non onomastici che possiamo ottenere da un esame di tutti i testi in lineare a.
Tavoletta PH6
Fu trovata nel palazzo di Festo, databile nel XIX sec. A.c. ha un contenuto di carattere non amministrativo.

CAP. 8 LE FORMULE DEDICATORIE DELLE TAVOLE DELLA LIBAGIONE E I TESTI “NON AMMINISTRATIVI”

  1. I testi “non amministrativi”

Il mondo minoico vive diversamente il rapporto fra la scrittura e l’oralità, la scrittura vi appare assai presente.
All’interno della documentazione in lineare b, esisterebbe un solo testo concepito per l’espressione di un’esigenza individuale, il ciottolo di Kafkiana sul quale sono state avanzate da subito le più grandi riserve.
Lo spillone di Mavro Spillo frammento di vita affettiva del Tardo Bronzo.

  1. La “formula primaria” della libagione

Un’importante gruppo di testi ci consente di ricostruire la formula dedicatoria minoica “standard”. Le strutture formulari possono essere organizzate sul contrappunto fra una “formula primaria” e una “secondaria”, cui poi possono aggiungersi altri elementi di variabilità. Le varie componenti “fisse” possono talvolta essere sostituite da forme leggermente  varianti o ampliate da altri gruppi o, addirittura, mancare del tutto.
L’elemento variabile X è sempre diverso nella forma, ma è evidentemente costante nella posizione, un elemento onomastico, verosimilmente un antroponimo nella maggioranza dei casi, o comunque di un’espressione che identifica il dedicante.

  1. la “formula secondaria” della libagione

(E’ molto difficile da mettere come schema… sul libro ci sono gli esempi di frasi tratte dalla libagione.)

  1. lo spillone di Mavro Spillo

Lo spillone appartiene con ogni verosimiglianza ad un’acconciatura femminile ed è stato accolto nell’arredamento funebre della proprietaria.

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