venerdì 16 dicembre 2011

IL MESOLITICO DELL'ITALIA SETTENTRIONALE

Le industrie litiche.

La scoperta di siti mesolitici in Italia settentrionale è piuttosto recente: in particolare i lavori di sbancamento delle grandi conoidi detritiche della Val d'Adige hanno portato alla luce imponenti sequenze stratigrafiche alla fine degli anni Sessanta.
La più importante è sicuramente quella di Romagnano  Loc III (TN) che, in più di 8 metri di spessore, conserva tracce di occupazione, che vanno dal Mesolitico all'età del Ferro. Lo scavo, eseguito durante gli anni Sessanta, ha consentito di studiare l'evoluzione delle industrie dal Sauveterriano antico sino al Neolitico; si è così ricostruita una sequenza relativa di riferimento, a cui è stato possibile associare datazioni assolute ottenute attraverso il metodo del 14C. Altre scoperte si sono susseguite nella Val d'Adige, nei fondovalle alpini e in siti d'alta quota dell'Italia nord-orientale, grazie soprattutto a sistematiche ricerche di superficie; meno conosciuta risulta invece l'area occidentale, interessata solo di recente da ricerche mirate all'individuazione di siti mesolitici.
Le industrie.
Laddove livelli di occupazione mesolitici si trovano stratificati al di sopra di depositi del Paleolitico finale (es. riparo di Biarzo -UD-, Grotta  della Madonna di praia a Mare  -CS-, Grotta della Serratura -SA-) è possibile cogliere una derivazione dei complessi mesolitici da quelli epigravettiani più evoluti. Si nota un forte sviluppo del microlitismo, con strumenti geometrici  standardizzati di dimensioni ancora più piccole rispetto a quelli dell'Epigravettiano, punte a due dorsi convergenti, dorsi e troncature, ottenuti con la tecnica del microbulino e utilizzati come armature modulari per frecce ed arpioni. Anche in Italia è possibile distinguere complessi di tipo Sauvetarriano e Castelnoviano. Le principali sequenze stratigrafiche per lo studio dell'evoluzione delle industrie durante il Mesolitico sono quelle della Val d'Adige: Romagnano Predestel, Vatte di Zambana e Riparo Gaban (TN). Altre sequenze stratigrafiche rilevanti sono fornite dal Riparo Soman (VR), con livelli di occupazione che vanno dall'Epigravettiano finale al Neolitico, dalla grottina dei Covoloni del Broion, sui Berici (VI), e da alcune grotte del Carso triestino ( Grotta Azzurra, Grotta dell'Edera, Grotta della Tartaruga).
Industrie sauvetariane sono state individuate oltre che nel bacino dell'Adige, nelle Dolomiti bellunesi e nel Carso, anche nell'area nord-occidentale (Alpe Veglia -NO- e Liguria) e in alcuni siti delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-emiliano (isola Santa, Bagioletto -RE-). Sulla base della tipologia, tipometria e frequenza delle armature microlitiche è stato possibile suddividere il Sauvetariano in quattro fasi:
- S. ANTICO: (Romagnano III livv. AF-AE; Pradestel liv. M) 7950-7400 a.C. associazione di triangoli, per lo più isosceli, spesso a tre lati ritoccati, segmenti e punti a due dorsi lunghe;
- S. MEDIO: ( Romagnano III livv. AC3-AC9; Pradestel livv. H1-H2) 6550-6200 a.C. associazione di triangoli scaleni lunghi a base corta, ritoccati su tre lati, e punti a due dorsi corte;
- S. FINALE: ( Pradestel, liv. F; Vatte di Zambana) 6200-5800 a.C.
All'inizio del Castelnoviano (5800-4500 a.C.) i triangoli vanno scomparendo e si gha una trasformazione tecnologica caratterizzata da un affinamento nella tecnica di scheggiatura che consente di ottenere da nuclei piramidali lame molto regolari, utilizzate per la fabbricazione di armature trapezoidali con la tecnica del microbulino. Ai trapezi, spesso muniti di piquant trièdre, si associano lame e lamelle a incavi o a margini denticolati (lame Montbani), utilizzate, secondo alcuni autori, per decorticare i rami.
La fase finale del Castelnoviano (identificata nel liv. AA di Romagnano III e nel liv. A di Pradestel) vede la comparsa di frammenti ceramici ed è per tanto correlabile al Neolitico iniziale.
In generale si osserva l'uso di selce di buona qualità associata al cristallo di rocca delle Alpi Aurine. Parallelamente all'industria litica si sviluppa quella su osso e corno per la fabbricazione di arpioni, punteruoli, spatole e ascie.

Nessun commento:

Posta un commento