venerdì 16 dicembre 2011

LA METALLURGIA DEL BRONZO NELL'EUROPA PREISTORICA III

La posizione sociale del fabbro e i suoi attrezzi.

Il fabbro dell'età del Bronzo oltre al metallo importato dai centri minerari sotto forma di lingotto, utilizzava largamente per la sua produzione i rottami recuperati sistematicamente: getti di fusione, masselli, strumenti vecchi divenuti inservibili o spezzati. L'utilizzazione dei rottami si accentua a partire dalla media età del Bronzo, come dimostra la composizione dei ripostigli e dei resti di fonderia scoperti in molti abitati sia palafitticoli (ad es. la Lugana Vecchia, presso Sirmione) che terramaricoli (ad es. Castellarano in provincia di Reggio Emilia).
La posizione sociale del fabbro nella società europea  dell' età del Bronzo è stata oggetto di accese discussioni. Senza dubbio in questo periodo il fabbro è l'unico artigiano che in virtù della sua alta specializzazione lavora a tempo pieno e non può essere coinvolto nella produzione primaria.
Nei periodi più antichi i fabbri erano certamente itineranti e prestavano la loro opera presso diverse comunità, a volte anche molto distanti l'una dall'altra, e ciò è evidenziato dagli evidenti rapporti tecnologici e stilistici esistenti tra le varie cerchie metallurgiche europee e al loro interno (padana, italica, centro-europea, atlantica, nordica, carpato-danubiana, baltica, nord-pontica, ecc.). In un periodo più recente, che ha inizio in momenti diversi a seconda delle regioni, il fabbro diventa un artigiano inserito stabilmente nella comunità per cui lavora, anche se il fenomeno dell'artigiano metallurgo ambulante non scomparirà mai del tutto.
Questo passaggio sembra adombrato in alcuni miti del mondo classico. Esistevano, nella mitologia greca, comunità di diversi, circondate da un alone di magia e di mistero, come i Chalibi del Mar Nero, i Cabiri, i Dattili Idei a Creta, in cui possiamo riconoscere la diversità socio-culturale, e in una certa misura anche l'emarginazione, dei più antichi artigiani del metallo.
Il mito di Efesto/Vulcano, il dio delle arti metallurgiche, che inizialmente non abitava stabilmente nell'Olimpo insieme agli altri dei, ma vi fu ammesso soltanto in un secondo tempo, sembra riflettere l'evoluzione della posizione sociale del fabbro preistorico.
Il progresso di integrazione nella comunità nell'aria palafitticola benacense ha avuto inizio forse fin dal Bronzo Recente. Il ritrovamento di migliaia di oggetti di bronzo nelle palafitte di Peschiera sembra, infatti, presupporre l'esistenza di officine ormai stabili.
Gli strumenti del lavoro del fabbro nell'età del Bronzo erano innanzitutto il crogiolo, il mantice per ventilare la fornace, la forma di fusione, l'incudine e il martello per battere il metallo, punzoni e scalpellini per le decorazioni.
I crogioli si rivengono frequentemente negli abitati e hanno forma ovale e differenti dimensioni, in genere da 1 a 10 cm. di lunghezza, e ciò è in rapporto con la predeterminazione della quantità di bronzo da utilizzare per i diversi tipi di oggetti da fondere.
Il manufatto indizio di attività metallurgica che si scopre più frequentemente negli abitati dell'età del Bronzo è l'ugello in terracotta dei mantici.
Se ne conoscono due gruppi : il primo, di forma conica e di piccole dimensioni (lunghezza max 14 cm.), si trova negli abitati dell'antica e media età del Bronzo, il secondo ha una forma a corno e di maggiori dimensioni, fino a 30 cm. di lunghezza, ed appare per la prima volta nel Brozo Recente negli abitati terramaricoli dell'area padana.
Una pittura murale della tomba di Rekhmire, visir di Tebe sotto Thutmose III (ca. 1504-1450 a.C.) e Amenhotep II (1450-1426 a.C.), illustra il funzionamento degli augelli del primo tipo: servivano per i mantici di piccole fornaci all'aperto.
Gli augelli del secondo gruppo documentano uno sviluppo tecnico legato a fornaci a fossa o a camera, capaci di raggiungere temperature più elevate.
La comparsa dei grossi lingotti a sezione piano-convessa a partire dal Bronzo Recente probabilmente è da porre in relazione con l'adozione di forni di questo nuovo tipo, che con un solo carico permettevano di ottenere una maggiore quantità di metallo rispetto ai periodi precedenti  grazie alla temperatura più elevata e più costante che si riusciva a ottenere.

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